Torniamo a parlare del TUMORE DEL PENE, una malattia rara che colpisce con più frequenza uomini al di sopra dei 60 anni.
Fino a qualche anno fa l’unico trattamento era di tipo chirurgico demolitivo. Esso comprendeva l’amputazione dell’organo genitale e la rimozione dei linfonodi inguinali superficiali e profondi causando oltre che gravi mutilazioni, anche non poche complicanze derivanti dall’intervento chirurgico.

Fortunatamente, oggi è possibile, sempre compatibilmente alla sicurezza oncologia, un trattamento di chirurgica mininvasiva e ricostruttiva che permette di poter rimuovere la malattia, consentendo al paziente una qualità della vita (anche sessuale) che in passato non riusciva ad avere.

La possibilità di usare tecnica mininvasive è anche presente nella linfadenectomia inguinale superficiale e profonda.
Oggi con l’avvento della tecnica robotica è possibile effettuare questo intervento con tecnica robotica. L’utilizzo del robot, per la rimozione dei linfonodi ha notevolissimi vantaggi:
- Assenza di cicatrice, sostituita da solo 3 buchchi di circa 1 cm di diametro
- Minima ospedalizzazione (1 notte di ricovero)
- Assenza di linfenedema agli arti inferiori, complicanza molto frequente nella tecnica open e molto fastidiosa e lunga da superare.
- Assenza di dolore post operatorio
- Ridottissima possibilità di infezione. Non avendo linfedema e quindi non avendo stasi venosa, le possibilità che in fase precoce post operatoria si possa scatenare un’infezione che può avere anche effetti molto gravi