Oggi parliamo di emospermia, ovvero della presenza di sangue nello sperma, un sintomo che può risultare davvero molto fastidioso e anche preoccupante per il paziente.
Prima di entrare nel merito dell’argomento, è bene iniziare con una “rassicurazione“, perché non bisogna assolutamente spaventarsi nel momento in cui sia a che fare con una situazione di questo genere.
Non perché le patologie legate all’apparato genitale siano da sottovalutare ma, semplicemente, perché per colorare di rosso fuoco un eiaculato bastano letteralmente “tre gocce di sangue“.
Le ghiandole che contengono lo sperma (ovvero le vescicole seminali), infatti, sono particolarmente vascolarizzate e dunque un piccolo trauma, piuttosto che un po’ di infiammazione, può creare la rottura di un micro capillare e provocare la presenza di sangue nello sperma.
L’emospermia, comunque, è un sintomo che può creare allarme in modo particolare, anche perché si manifesta nel momento dell’eiaculazione, con lo sperma che può apparire rosso o addirittura marrone.
Sebbene questo non debba spaventare ovviamente, però, è sempre utile andare ad indagare e chiedere consiglio allo specialista urologo, dal momento che la presenza di sangue nello sperma può essere anche legata ad altre patologie.
Per individuare le cause dell’emospermia, in modo tale da riuscire a capire se ci si trova in presenza di un’infezione prostatica che si è estesa alle vescicole seminali oppure di qualche altra patologia, è necessario effettuare (sempre dietro prescrizione del medico), spermiocoltura o una urinocoltura.
Questo perché, molto spesso, può trattarsi di un episodio isolato che non si ripresenta.
La terapia per l’emospermia è sostanzialmente di tipo farmacologico. E’ sempre necessario adottare una terapia corretta a base antinfiammatori, che può arrivare a durare fino a 2 settimane.
Insieme ai farmaci, è possibile integrare la cura assumendo degli integratori specifici che servono per andare ad asciugare tutto quello che è l’edema (prostatico o vescicolare).
Una ulteriore terapia che può essere utilizzata nel momento in cui si ha a che fare con questo tipo di manifestazione clinica è la terapia locale con onde d’urto a bassa intensità in quanto essendoci un’infiammazione e l’infiammazione di per sé genera delle micro zone di fibrosi, è necessario andare a ristabilire la normale circolazione quindi il normale apporto vascolare intorno alla ghiandola.
Le onde d’urto a bassa intensità sono quindi quella terapia definitiva che serve per andare a ripristinare il normale trofismo o della ghiandola o delle vescicole seminali.