Tumore del pene

Il tumore del pene è una patologia davvero molto rara. Basta pensare che, nel nostro Paese, i casi che si presentano, ogni anno, sono appena 500. Questa patologia colpisce generalmente uomini di mezza età o, comunque, non più giovani.

Tra i principali fattori di rischio, per quanto riguarda il tumore del testicolo, sono la scarsa igiene, a livello localizzato, e l’infezione da papilloma virus (lo stesso che causa le verruche e i condilomi genitali). Quest’ultimo, è stato identificato nel 30-50% dei casi di pazienti affetti da carcinoma penieno.

Tumore del pene: terapia

La terapia, per questo tipo di malattia così aggressiva, è esclusivamente chirurgica.

Fino a qualche anno fa, l’unico trattamento per il tumore del pene, era di tipo chirurgico demolitivo. Esso comprendeva l’amputazione dell’organo genitale e la rimozione dei linfonodi inguinali superficiali e profondi.

Tutto questo, oltre a provocare gravi mutilazioni nel paziente, era causa di numerose complicanze, derivanti proprio dall’intervento chirurgico.

Purtroppo, in alcuni casi particolarmente aggressivi e invasivi, è necessario operare in modo radicale, così da poter riuscire a salvare la vita al paziente.

Tuttavia, fortunatamente, oggi è possibile portare avanti un trattamento di chirurgica mininvasiva e ricostruttiva che permette di poter rimuovere la malattia, consentendo al paziente una qualità della vita (anche sessuale) che in passato non riusciva ad avere.

Tecnica mininvasiva per il trattamento del tumore del pene

La tecnica mininvasiva è possibile quando ci sono malattie che invadono solo gli strati superficiali del glande (Carcinoma In Situ/CIS) o al massimo il primo strato sottostante (Spongiosa del glande).

L’intervento consiste nella rimozione microchirurgica della cute del glande, o di cute e spongiosa insieme, andando a ricostruire la parte amputata con un lembo di pelle prelevato dal paziente stesso (innesto di pelle autologo).

Questa tecnica, nonostante un ottimo controllo oncologico della malattia, permette di poter aver un ottimo risultato estetico e funzionale, consentendo al paziente di avere un pene e una qualità di vita sessuale sovrapponibile a prima dell’intervento.

I vantaggi dell’intervento

La possibilità di usare tecnica mininvasive è anche presente nella linfadenectomia inguinale superficiale e profonda.

Oggi con l’avvento della tecnica robotica è possibile effettuare questo intervento in maniera più agevole. L’utilizzo del robot, per la rimozione dei linfonodi ha notevolissimi vantaggi:

  • Assenza di cicatrice, sostituita da solo 3 buchchi di circa 1 cm di diametro
  • Minima ospedalizzazione (1 notte di ricovero)
  • Assenza di linfenedema agli arti inferiori, complicanza molto frequente nella tecnica open e molto fastidiosa e lunga da superare.
  • Assenza di dolore post operatorio
  • Ridottissima possibilità di infezione. Non avendo linfedema e quindi non avendo stasi venosa, le possibilità che in fase precoce post operatoria si possa scatenare un’infezione che può avere anche effetti molto gravi

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