Il tumore del pene una malattia rara che colpisce con più frequenza uomini al di sopra dei 60 anni.

Fino a qualche anno fa l’unico trattamento era di tipo chirurgico demolitivo. Esso comprendeva l’amputazione dell’organo genitale (pene) e la rimozione dei linfonodi inguinali superficiali e profondi causando oltre che gravi mutilazioni, anche non poche complicanze derivanti dall’intervento chirurgico.

Nonostante in alcune casi particolarmente aggressivi e invasivi, è necessario essere purtroppo molto radicali e invasivi per poter salvare la vita al paziente, oggi è possibile, sempre compatibilmente alla sicurezza oncologia, un trattamento di chirurgica mininvasiva e ricostruttiva che permette di poter rimuovere la malattia, consentendo al paziente una qualità della vita (anche sessuale) che in passato non riusciva ad avere.

La tecnica mininvasiva è possibile quando ci sono malattie che invadono solo gli strati superficiali del glande (Carcinoma In Situ/CIS) o al massimo il primo strato sottostante (Spongiosa del glande) [Fig. 1]. L’intervento consiste nella rimozione microchirurgica della cute del glande, o di cute e spongiosa insieme, andando a ricostruire la parte amputata con un lembo di pelle prelevato dal paziente stesso (innesto di pelle autologo). Questa tecnica, nonostante un ottimo controllo oncologico della malattia permette di poter aver un ottimo risultato estetico e funzionale, consentendo al paziente di avere un pene e una qualità di vita sessuale sovrapponibile a prima dell’intervento.

La possibilità di usare tecnica mininvasive è anche presente nella linfadenectomia inguinale  (il VIDEO) superficiale e profonda.

Oggi con l’avvento della tecnica robotica è possibile effettuare questo intervento con tecnica robotica. L’utilizzo del robot, per la rimozione dei linfonodi ha notevolissimi vantaggi:

  1. Assenza di cicatrice, sostituita da solo 3 buchchi di circa 1 cm di diametro
  2. Minima ospedalizzazione (1 notte di ricovero)
  3. Assenza di linfenedema agli arti inferiori, complicanza molto frequente nella tecnica open e molto fastidiosa e lunga da superare.
  4. Assenza di dolore post operatorio
  5. Ridottissima possibilità di infezione. Non avendo linfedema e quindi non avendo stasi venosa, le possibilità che in fase precoce post operatoria si possa scatenare un’infezione che può avere anche effetti molto gravi

Sintomi

Un tipico sintomo del tumore del pene è una variazione nell'aspetto della pelle del glande, prepuzio o dell’asta

se vengono notata una o più di una delle seguenti condizioni contattare rapidamente il proprio andrologo di riferimento:

  • cambio di colore
  • pelle del glande o dell’asts più sottile o più spessa in alcune aree
  • piccole ulcere più o meno dolorose
  • placche biancastre
  • secrezioni a livello del glande o prepuzio maleodoranti e pruriginose
  • Rigonfiamenti a livello inguinale (questi potrebbero essere linfonodi gonfi e inizialmente coinvolti in una malattia che comincia ad espandersi)

È importante ricordare che nessuno di questi sintomi da solo è sicuramente segno di malattia maligna del pene, è necessario quindi un completamento diagnostico specifico.

Diagnosi

La diagnosi deve essere effettuata da uno specialista andrologo esperto nella diagnosi e cura di questa malattia.

  • Una raccolta accurata di anamnesi e insorgenza di sintomi e eventuali lesioni da parte dello specialista andrologo è il primo passo per l’identificazione.
  • Una visita accorta e attenta del pene e tutta la regione genitale per la valutazione di eventuali lesioni che in caso di sospetto possono essere sottoposte a biopsia (prelievo di una piccola quantità di tessuto che analizzata al microscopio dà diagnosi certa di malattia maligna, precancerosa/benigna).

In caso di diagnosi di malattia maligna è importante una stadiazione per identificare quanto la malattia si è diffusa nel corpo. Sono necessari quindi Risonanza magnetica del pene e dei linfonodi con mezzo di contrasto, PET- TC (Tomografia ad Emissione di Positroni), TAC addome con mezzo di contrasto.

Effettuata la diagnosi di tumore del pene, è indispensabile definirne lo stadio; la corretta stadiazione del tumore consentirà di programmare il trattamento più adeguato..

La classificazione comunemente usata è il TNM in cui sono considerativengono tre parametri:

T: la dimensione della massa tumorale;

N: la localizzazione delle cellule tumorali all’interno dei linfonodi regionali (ossia vicini alla massa tumorale);

M: l’eventuale presenza di metastasi a distanza (e che possono essere anche rappresentate da linfonodi non locoregionali, ossia localizzati a distanza dalla massa tumorale di origine).

Terapia

La terapia per questo tipo di malattia così aggressiva è chirurgica.

Fino a qualche anno fa l’unico trattamento era di tipo chirurgico demolitivo. Esso comprendeva l’amputazione dell’organo genitale maschile e dei linfonodi inguinali superficiali e profondi causando oltre che gravi mutilazioni, anche non poche complicanze derivanti dall’intervento chirurgico.
Oggi è possibile, sempre compatibilmente alla sicurezza oncologia del paziente, un trattamento di chirurgica mininvasiva e ricostruttiva che permette di poter rimuovere la malattia, consentendo al paziente una qualità della vita (anche sessuale) che in passato non riusciva ad avere.

Interventi