Tumore della vescica

Secondo l’OMS questo tumore ha un’altissima nei paesi industrializzati, essa aumenta con l’aumentare dell’età.

Tipi istologici

Il istotipo di più frequente riscontro deriva viene definito carcinoma a cellule transizionali (CCT), mentre il secondo istotipo più diffuso è il carcinoma squamoso.
E’ una malattia estremamente aggressiva che se non trattata con i metodi e la tampistica giusta può avanzare velocemente. I tumori vescicali sono distinti in superficiali quando sono limitati allo strato epiteliale interno e in infiltranti quando interessano gli strati muscolari e/o adiposo.

Possibili Cause

  • Eta’
  • Infiammazioni croniche vescicali e dell’apparato urinario
  • Dieta ricca di grassi
  • Fumo di Sigaretta e Fumo passivo
  • Familiarità per tumore vescicale
  • Infezione da Schistosoma haematobium

Esistono inoltre alcuni agenti cancerogeni in grado di determinare l’ insorgenza di un tumore vescicale a cui sono esposti particolari classi di lavoratori.

Sintomi

Il sintomo principale del tumore alla vescica è senza dubbio l’ematuria. Essa si distingue in “macroscopica”, ovvero quando l’urina appare di colore rosso/rosato, oppure microscopica, quando l’urina è del suo colore normale pur essendoci presenza di sangue all’esame urine. Altri possibili segni sono l’aumento della frequenza  ad urinare e il bruciore.

Diagnosi

La diagnosi è sicuramente inizialmente anamnestica e clinica (presenza di ematuria macroscopica o microscopica, esposizioni a possibili agenti scatenanti, familiarità), segue poi tutta la diagnostica strumentale indispensabile per confermare la diagnosi:

  • Ecografia renale e vescicale: serve per verificare la presenza di lesioni vegetanti nel lume vescicale
  • Citologia urinaria in tre campioni: serve per verificare la presenza di cellule maligne all’interno delle urine
  • Uro-TAC: Valuta tutto l’asse escretore, dai reni alla vescica. Verifica se oltre alla presenza di neoformazioni endovescicali si ha la presenza di ulteriori neoformazioni nel bacinetto renale o nell’uretere.
  • Cistoscopia flessibile: conferma la presenza di eventuali neoformazioni endovescicali già diagnosticare alla TC e fornisce ulteriori indicazioni sulla presenza di aree piatte e arrossate, quindi sispette, della mucosa vescicale.

Stadiazione

Una volta diagnostica il tumore è necessario che questo venga studiato (dimensioni, posiziona, infiltrazione della parete vescicale, miltiufocalità (presenza di più neoformazioni). Universalmente riconosciuto come il sistema di stagnazione del tumore della vescica è il TNM:

T – Tumore
N – Linfonodi regionali
M- Metastasi a distanza

TX – Il tumore primitivo non può essere valutato
NX – I linfonodi regionali non possono essere valutati
MX – La metastasi non può essere valutata
T0 – Nessun tumore primitivo
N0 – Nessuna metastasi regionale a linfonodi
M0 – Nessuna metastasi
TIS – Carcinoma in situ (“tumore piano”)
N1 – Metastasi in un singolo linfonodo < 2 cm
M1 – Metastasi presente
T1 – Il tumore invade il tessuto connettivo sotto l’epitelio (strato di superficie)
N2 – Metastasi in un singolo linfonodo > 2 cm, ma < 5 cm di grandezza, o multipli linfonodi < 5 cm
T2 – Il tumore invade il muscoloT2a – Muscolo superficiale interessato (metà interna)T2b – Muscolo profondo interessato (metà esterna)
N3 – Metastasi in un linfonodo > 5 cm di grandezza
T3 – Il tumore invade il tessuto grasso perivesicale (intorno alla vescica)T3a – microscopicamenteT3b – in modo macroscopico (per esempio, massa tumorale visibile a livello del tessuto esterno vescicale)
T4 – Il tumore invade uno dei seguenti organi: prostata, utero, vagina, parete pelvica, parete addominale

Per quello che riguarda il grado di differenziazione istologica (questo tipo di differenziazione è possibile solo dopo l’esame istologico del tumore che si ottiene dalla rimozione dello stesso che verrà spiegata più avanti nella sezione terapia) invece esiste una scala riconosciuta dall’ OMS:

  • Grado 1 o G1 (molto differenziato)
  • Grado 2 o G2 (moderatamente differenziato)
  • Grado 3 o G3 (poco differenziato)

Distinguiamo quindi 2 tipi di tumori in base alla loro infiltrazione della parete vescicale:

  • CARCINOMA IN SITU (CIS)
  • NON MUSCOLO INVASIVI (NMIBC) ossia che invadono i tessuti superficiali senza intaccare gli strati muscolari esterni (i tumori superficiali, nonostante si rimuovano tutti con l’intervento hanno un’altissima percentuale di recidività)
  • MUSCOLO INVASIVI (MIBC) ossia che oltre ad invadere i tessuti superficiali, invadono anche gli strati muscolari esterni

Terapia

La terapia è chirurgica, il primo passo è quello di effettuare una rimozione endoscopica (attraverso uno strumento che viene inserito attraverso il pene) del tumore effettuano una procedura che si chiama TURB (Trans-Urethral Resection of Bladder).

  • La procedura si svolge ispezionando la vescica con lo strumento endoscopico, successivamente rimuovendo tutto il tumore, e parte del tessuto sottostante al tumore stesso in modo da consentire innanzitutto la rimozione del papilloma, e secondariamente una tipizzazione istologica che valuta oltre al grado del tumore anche l’infiltrazione di quest’ultimo nei piani sottostanti.Una volta tipizzato e studiato il tumore viene deciso il percorso terapeutico.Le strade sono due:In caso di tumore superficiale (non muscolo invasivo) si procede con una terapia conservativa, si effettuano cicli chemioterapia locali (queste sono chiamate installazioni endovescicali che vengono effettuate ambulatorialmente attraverso il posizionamento di un sottilissimo catetere attraverso cui verrà iniettato il farmaco), con farmaci come il BGC o Bacillo di Calmette & Guérin, oppure la Mitomicina C intervallati da cistoscopia ogni 3 mesi per verificare l’assenza di possibili recidive intravescicali.In caso di tumore muscolo-invasivo il trattamento chirurgico diventa radicale necessitando l’esecuzione di una cistectomia (rimozione della vescica). Questo intervento consta dell’asportazione completa di vescica, prostata e vescicole seminali nell’uomo, mentre nella donna oltre alla vescica, viene asportato anche utero, ovaie e parete vaginale anteriore. Sia nell’uomo che nella donna viene effettuate anche l’asportazione estesa dei linfonodi pelvici.

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