I calcoli urinari (o frammenti litiasici)sono aggregati simili a delle pietre, che si formano da microparticelle o cristalli (sostanze di scarto filtrate dai reni) presenti nelle urine i quali, non sciogliendosi completamente, si compattano aumentando costantemente di dimensioni
Tutto l’apparato urinario (rene, uretere e vescica) è soggetto a formazione di calcoli.
La sede in cui questi frammenti tendono a formarsi è il rene.
Quest’organo a causa della sua anatomia consente la formazione di suddetti frammenti in posti dove possono rimanere asintomatici anche per anni, pur crescendo e causando danni progressivi alla funzionalità renale.
Talvolta i calcoli posso deposizionarsi e migrare lungo l’asse urinario, e passare in uretere (condotto che collega i reni alla vescica) e successivamente alla vescica.
Questa migrazione è la causa della “colica renale”, un dolore al fianco, irradiato alla schiena e anteriormente all’inguine e interno coscia, forte e continuo, che non si modifica con la posizione.
I calcoli possono migrare dal rene all’ uretere, in cui generalmente rimangono incastrati, a causa del calibro dell’uretere che è estremamente sottile, oppure possono migrare direttamente in vescica.
Un calcolo può anche ostruire il passaggio dell’urina, causando un ristagno a monte del calcolo stesso con aumento delle dimensioni del tratto urinario a monte (idroureteronefrosi).
Questa condizione può essere molto grave in termini di danneggiamento dell’elasticità dei tessuti delle vie urinarie, e in termini di sofferenza del rene stesso.
È opportuno quindi, in caso di coliche renali o note calcolosi delle vie urinarie, di rivolgersi ad un urologo esperto in grado di poter trattare con tempestività la patologia
Oltre ad un habitus idrico ridotto (l’acqua contribuisce alla diluizione delle urine e impedisce l’aggregazione delle sostanze di scarto), sono diverse le condizioni che contribuiscono alla formazione dei calcoli:
In situazione di scarsa idratazione, la cui diretta conseguenze è la scarsa produzione di urina, le sostanze presente all’interno della stessa, non completamente disciolte, permettono la formazione di cristalli che aumentano progressivamente fino a diventare veri e propri calcoli.
I calcoli possono essere composti diversamente:
Il sintomo predominante è la colica, ossia dolore al fianco, causato dalla spasmo delle vie urinarie secondario al movimento del calcolo della pelvi renale all’uretere, che si irradia anteriormente fini all’inguine (anche ai testicoli nel maschio) e all’interno-coscia.
I calcoli ovviamente possono essere di varie dimensioni, quelli più piccoli (fino a 4 mm di diametro hanno una’alta percentuale di espulsione spontanea o dopo adeguata terapia medica (terapia espulsiva).
La diagnosi della calcolosi urinaria è clinico-strumentale, si parte ad un’accurata anamnesi ed esame fisico, successivamente si completa con esami strumentali e laboratoristici come:
L’esame TC, in combinazione con l’RX è importante e dirimente per la decisione del futuro trattamento.
La TC valuta con precisione la localizzazione del calcolo, visti i limiti della metodica ecografia (l’ecografia non riesce a valutare gli ureteri per cui se ci sono calcoli ureterali l’ecografia non li vede), mentre l’RX valuta la presunta composizione dei frammenti, infatti i calcoli di acido urico che all’RX risultano radiotrasparenti (ovvero che non si vedono) mentre gli altri tipi di calcoli risultano radiopachi.
Questa differenza radiologica consente all’urologo esperto di poter decidere per un trattamento medico iniziale (in caso di calcoli di acido urico, che vengono sciolti con terapia medica) o direttamente un trattamento chirurgico.
Con l’avvento delle nuove tecnologie il trattamento della calcolosi delle vie urinarie ha subito moltissimi miglioramenti, in termini di efficacia e mininvasività.
Il trattamento, naturalmente, varia in base alle dimensioni del calcolo.
I calcoli da 4 a 7 mm possono essere espulsi spontaneamente con adeguata terapia. Ovviamente, la percentuale di successo diminuisce con l’aumentare delle dimensioni del calcolo.
I calcoli radiotrasparenti possono essere sciolti con terapia medica.
La litotrissia extracorporea (ESWL) è un trattamento che prevede la polverizzazione dei calcoli attraverso impulsi esterni ad alta intensità generati da una macchina chiamata litotritore.
Se un calcolo non viene eliminato attraverso la terapia medica, o è di dimensioni troppo elevate per essere espulso viene indicato il trattamento chirurgico.
Procedura endoscopica utilizzata per la frammentazione degli elementi che si trovano lungo il decorso dell’uretere.
Questa procedura si svolge mediante l’uso di uno strumento (ureteroscopio) che attraverso la vescica viene introdotto nell’uretere e raggiunge poi il calcolo.
Una volta visualizzato il calcolo si utilizza una fibra laser (Holmio da 120W) che permette la polverizzazione del frammento.
Al termine della procedura si posiziona un tutore ureterale autostatico che rimarrà in sede per tempi variabili da 2 settimane ad 1 mese (la rimozione si effettua ambulatorialmente).
Tecnica chirurgica che viene usata nei casi in cui i calcoli non siano aggredibili endoscopicamente. Attualmente viene effettuata mediante l’utilizzo del sistema robotico da vinci, che permette in maniera mininvasiva la rimozione del/dei frammenti consentendo minime ferite chirurgiche, minima spedalizzazione e rapido recupero del paziente.
Questa procedura si utilizza quando sono presenti calcoli a livello della pelvi o dei calici renali non superiori a 2.5 cm.
Si utilizza un tipo di ureteroscopio flessibile che permette il raggiungimento anche dei calici renali più difficili.
Al suo interno come con lo strumento rigido c’è una telecamera a fibra ottica che permette la visione diretta della cavità e l’individuazione del calcolo.
Attraverso una fibra laser (Holmio da 120W) si riesce a polverizzare il calcolo bonificando completamente la zona.