Incurvamento congenito

Oggi parliamo di incurvamento penieno congenito, una condizione che prevede una curvatura dell’asta accerntuata e che si manifesta solitamente in età puberale o, comunque, nel momento in cui si hanno i primi rapporti sessuali.

La curvatura si accentua con l’erezione cosa che, solitamente, può causare problemi durante il rapporto, arrivando anche a provocare una senzazione dolorosa nella/nel partner.

Incurvamento congenito: terapia

Il trattamento per l’incurvamento congenito è sostanzialmente chirurgico, e la tecnica più utilizzata e quella della corporoplastica.

Questa procedura prevede l’accorciamento del lato convesso tramite l’asportazione di piccole losanghe di pelle o praticando delle piccole piegature lungo la tunica albuginea (ovvero la membrana fibrosa che riveste i corpi cavernos) fino al raggiungimento della rettilineizzazione dell’asta.

Intervento con tecnica di Nesbit

L’intervento di raddrizzamento viene effettuato con una procedura chiamata tecnica di Nesbit. In pratica si va semplicemente ad accorciare per quanto basta a mettere il pene nella posizione corretta.

Questo genere di intervento non rappresenta un problema dal momento che, in tutti quei pazienti con una patologia di questo genere, le dimensioni dell’organo genitale sono particolarmente generose.

L’operazione viene svolta in anestesia spinale e necessita al massimo di una notte di ricovero. Il paziente viene dimesso con una medicazione compressiva che deve essere mantenuta per 5 giorni.

Questo perché, soprattutto negli individui più giovani, si possono verificare delle forti erezioni notturne che possono provocare una trazione dei punti. E ciò potrebbe essere un problema, soprattutto nei primi 5/7 giorni dopo l’intervento.

Con questa medicazione si vanno quindi ad evitare delle problematiche che potrebbero essere potenzialment serie, tra cui anche un possibile edema post operatorio.

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