Tumore del pene, il killer silenzioso: tutto sull’intervento di ricostruzione risolutivo (e dove farlo)

Il tumore del pene è una malattia rara che colpisce con più frequenza uomini al di sopra dei 60 anni. Per quanto riguarda il nostro Paese, i dati parlano di 1-2 abitanti su 100.000. Solo in Piemonte, ad esempio, si stima che almeno 80 uomini, sia adulti che giovani, vengano operati in un anno per questa patologia, secondi i dati della Città della Salute di Torino.

Un’infezione da HPV (un virus legato ad altri tipi di tumore come quello della cervice uterina, della vulva, dell’ano, del cavo orale e della gola), una vita sessuale con molti partner, l’età precoce del primo rapporto sessuale e una storia di condilomi (creste di gallo): sono questi i maggiori fattori di rischio (fino a 5 volte maggiore), legati al tumore del pene.

Il tumore del pene è purtroppo una patologia molto aggressiva, sulla quale è possibile intervenire solo chirurgicamente, e soprattutto in maniera tempestiva. Nelle forme particolarmente invasive, è necessaria una chirurgia demolitiva particolarmente complessa, tuttavia esistono nuove tecniche chirurgiche mininvasive, per le forme superficiali, che consentono l’asportazione del tumore pur mantenendo una cosmesi adeguata e una forma del pene che consenta un’attività sessuale normale.

L’intervento

Si tratta di un intervento delicato e complesso, denominato linfoadenectomia inguinale robotica. Attualmente, in Italia, il Dott. Dente è uno dei due chirurghi a praticarlo, presso l’U.O. Urologia Robotica ed Endoscopica dell’ospedale “Pineta Grande Hospital” di Castel Volturno.

Si tratta di uno dei pochi centri in Italia ad eseguire l’intervento di linfoadenectomia inguinale robotica con ricostruzione tramite innesto

Fino a qualche anno fa l’unico trattamento era di tipo chirurgico demolitivo. Esso comprendeva l’amputazione dell’organo genitale maschile e dei linfonodi inguinali (sia superficiali che profondi), causando oltre che gravi mutilazioni, anche non poche complicanze derivanti dall’intervento chirurgico.

Oggi è possibile, sempre compatibilmente alla sicurezza oncologia del paziente, un trattamento di chirurgica mininvasiva e ricostruttiva che permette di poter rimuovere la malattia, consentendo al paziente una qualità della vita (anche sessuale) che in passato non riusciva ad avere.

articoli correlati

Tumore alla prostata: AIFA ha approvato darolutamide, un farmaco per il trattamento dei pazienti con carcinoma non metastatico resistente alla castrazione

Un passo avanti molto importante per quanto riguarda la terapia non chirurgica nel trattamento del tumore alla prostata. Una nuova speranza per i pazienti affetti […]

Disfunzione erettile e vita di coppia: cosa cambia e perchè la diagnosi rappresenta l’opportunità per un cambiamento positivo

Nonostante se ne parli sempre più spesso, complici anche le campagne di sensibilizzazione e l’esposizione di alcuni personaggi famosi che hanno parlato apertamente della loro […]

Il Viagra può causare un infarto? L’andrologo risponde

Avevamo già parlato del Viagra, in occasione del 25esimo anno dalla nascita del farmaco che, all’epoca, aveva rivoluzionato, letteralmente, l’universo maschile, e aveva ridato speranza […]
chevron-downarrow-up