Tumore del pene, chirurgia ricostruttiva al Pineta Grande Hospital

Tumore del pene, chirurgia ricostruttiva al Pineta Grande Hospital: un intervento raro e complesso eseguito presso l’Unità di Urologia Robotica diretta dal Dr. Donato Dente.

Un risultato davvero eccezionale, frutto degli importanti investimenti che il Pineta Grande ha messo in opera negli ultimi 2 anni, e che hanno portato alla nascita del nuovo reparto di urologia, una realtà di eccellenza che, attualmente, rappresenta un punto di riferimento non solo a livello regionale ma anche nazionale.

Gli specialisti dell’Unità di Urologia Robotica hanno eseguito un’amputazione del pene per tumore seguita da una ricostruzione con una tecnica particolare che ha permesso al paziente non solo di preservare una funzionalità, ma anche di mantenere la propria dignità personale.

L’ennesima dimostrazione di come la chirurgia moderna non abbia unicamente l’eliminazione della malattia come unico obiettivo, ma debba anche provvedere a restituire al paziente una qualità della vita il più possibile sovrapponibile a quella precedente alla diagnosi.

L’incidenza della malattia nel nostro Paese

Il tumore del pene, tra l’altro, pur essendo una patologia fondamentalmente molto rara, rappresenta comunque una condizione invalidante per chi la subisce considerando, inoltre, che parliamo di una malattia che colpisce generalmente uomini che hanno superato la soglia dei 60 anni.

Per quanto riguarda il nostro Paese, i dati parlano di 1-2 abitanti su 100.000. Solo in Piemonte, ad esempio, si stima che almeno 80 uomini, sia adulti che giovani, vengano operati in un anno per questa patologia, secondi i dati della Città della Salute di Torino.

Ma questo non vuol dire che questo particolare carcinoma debba essere preso meno in considerazione, a confronto con altre neoplasie più diffuse come, ad esempio, il tumore della prostata.

Tra i principali fattori di rischio, per quanto riguarda il tumore del testicolo, sono la scarsa igiene, a livello localizzato, e l’infezione da papilloma virus (lo stesso che causa le verruche e i condilomi genitali). Quest’ultimo, è stato identificato nel 30-50% dei casi di pazienti affetti da carcinoma penieno.

L’intervento

L’intervento per la rimozione del tumore del pene, denominato linfoadenectomia inguinale robotica, risulta essere estremamente delicato e complesso, . Attualmente, in Italia, il Dott. Dente è uno dei due chirurghi a praticarlo, presso l’U.O. Urologia Robotica ed Endoscopica dell’ospedale “Pineta Grande Hospital” di Castel Volturno.

Si tratta di uno dei pochi centri in Italia ad eseguire l’intervento di linfoadenectomia inguinale robotica con ricostruzione tramite innesto

Fino a qualche anno fa l’unico trattamento era di tipo chirurgico demolitivo. Esso comprendeva l’amputazione dell’organo genitale maschile e dei linfonodi inguinali (sia superficiali che profondi), causando oltre che gravi mutilazioni, anche non poche complicanze derivanti dall’intervento chirurgico.

Oggi è possibile, sempre compatibilmente alla sicurezza oncologia del paziente, un trattamento di chirurgica mininvasiva e ricostruttiva che permette di poter rimuovere la malattia, consentendo al paziente una qualità della vita (anche sessuale) che in passato non riusciva ad avere.


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