Malattia di La Peyronie (induratio penis plastica)

La malattia di La Peyronie, o induratio penis plastica, è una malattia dell’apparato genitale maschile, tra le più frequenti in senso assoluto.

In particolare, l’area interessata, riguarda la tunica albuginea dei corpi cavernosi (cosa sono). La malattia di La Peyronie, dunque, attraverso la cascata di tutti i mediatori dell’infiammazione a livello della tunica albuginea (cos’è), causa una degenerazione che porta deformità e incurvamento del pene, secondario a fibrosi.

Malattia di La Peyronie: come si cura

La malattia di La Payronie può essere curata in diversi modi. Vediamo quali sono.

Esistono una terapia medica e una di carattere fisico, in cui vengono impiegate delle onde d’urto a bassa intensità (cosa sono), che agiscono direttamente sulla placca.

Quest’ultima, in particolare, porta alla formazione di una nuova vascolarizzazione e inoltre, dando una maggiore elasticità alla placca stessa, si ottiene un migliroamento del grado di curvatura, con un miglioramento per il paziente estramamente significatico.

Per quanto riguarda la terapia medica, invece, si va ad intervenire con un’iniezione intracavernosa a base di collagenasi di Clostridium histolyticum, un presidio di ultima generazione che serve per sciogliere la placca attraverso degli esercizi di trazione e di contro trazione.

Rispetto all’angolo di curvatura si hanno dei miglioramenti, molto spesso, anche di 45 gradi rispetto alla curvatura di partenza.

L’intervento

Va comunque detto che, purtroppo, il paziente affetto da malattia di La Peyronie, può andare incontro al fallimento della terapia, sia quella farmacologica che quella con le onde d’urto.

Niente paura, però. Lo specialista andrologo, è in grado di fornire sempre la soluzione migliore, in base ad ogni singolo caso.

Dunque, in caso di mancato successo della terapia, quello che rimane da fare è intervenire chirurgicamente.

Per intervenire sui pazienti affetti da malattia di La Peyronie, possono esserci due opzioni, entrambe valide.

Il primo intervento prevede l’azione di accorciamento del pene nella zona convessa (quindi nel lato più lungo).

Il secondo, in presenza di curvature più accentuate, prevede una incisione della parte concava e un posizionamento di un patch biocompatibile a livello della zona dell’incisione stessa.

In questo modo, si va a ridare una forma diritta al pene, andando ad alleviare il fastidio per il paziente in maniera ottimale.

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