Il restringimento della vescica è una condizione che si manifesta nel momento in cui il canale vescicale va a restringersi, impedendo di fatto il normale flusso dell’urina.
Questa particolare patologia viene chiama anche “stenosi vescicale“, e le cause che portano il paziente ad avvertire tale disturbo possono essere molteplici.
Tra queste abbiamo:
Tra i molteplici sintomi della stenosi vescicale abbiamo:
Le conseguenze del restringimento della vescica, nei casi più gravi, possono portare anche alla formazione di calcoli (sia in vescica che all’interno dell’uretra), e all’insufficienza renale.
Individuare la sclerosi della vescica non è semplice. Tuttavia, un urologo esperto può avvalersi di alcuni esami strumentali che aiutano a formulare una diagnosi chiara e completa.
Uno dei più importanti è senza dubbio l’uroflussimetria, un esame funzionale, non invasivo e di facile esecuzione, che serve per la valutazione del flusso urinario e del grado di svuotamento della vescica dopo la minzione.
Questo esame va ad integrare la normale visita urologica e viene effettuato in tutti quei pazienti che lamentano i cosiddetti LUTS (Sintomi delle basse vie Urinarie).
Della minzione effettuata, vengono registrati vari parametri, fino ad ottenere un grafico. In questo modo, lo specialista così riesce a fotografare perfettamente la dinamica minzionale, arrivando poi a scegliere la terapia adeguata, nel rispetto delle esigenze di ogni singolo paziente.
Purtroppo, l’unico trattamento realmente risolutivo, per tutti i pazienti affetti da stenosi del collo vescicale, è quello chirurgico.
Fino a pochi anni fa, l’intervento veniva effettuato in maniera “tradizionale”, con l’incisione del collo vescicale utilizzando un’ansa bipolare (la cosiddetta ansa di Collins), oppure con il laser ad Holmio.
Tuttavia queste procedure, sebbene estremamente risparmiative, avevano un piccolo limite, che riguarda il risparmio dell’eiaculazione.
Ovviamente, sappiamo che questo, soprattutto nei pazienti molto giovani, è una cosa davvero molto importante. Grazie a questo nuovo dispositivo ITIND, invece, è possibile garantire al 100% il risparmio dell’eiaculazione, non andando a toccare nessuna struttura che abbia a che fare con i dotti eiaculatori.
Il dispositivo non dà nessun tipo di fastidio al paziente che, al massimo, potrà avvertire una lieve sensazione di bruciore legata, sostanzialmente, alla presenza del dispositivo.
Non vengono effettuati tagli nè incisioni, e non vi è alcun rischio di retrazione cicatriziale nel momento in cui viene posizionato.
L’intervento per la stenosi del collo vescicale è stato effettuato per la prima volta in Campania all’ospedale Pineta Grande di Castel Volturno nel maggio dello scorso anno. Ed è ormai una procedura di routine, presso questa struttura.
La procedura viene eseguita dall’equipe dell’Urologia Robotica ed Endoscopica del Pineta Grande Hospital, diretta dal dott. Donato Dente.
ITIND è un dispositivo temporaneo che non lascia alcun impianto permanente ed è privo degli effetti collaterali associati all’uso dei farmaci.
Oltre a questo, non ci sono rischi per la funzionalità sessuale e la continenza urinaria che possono verificarsi in seguito a un intervento chirurgico maggiore.
ITIND è un dispositivo in nitinol a impianto temporaneo. La procedura mini invasiva di iTind offre un sollievo rapido ed efficace dai sintomi dell`IPB.
La procedura di inserimento di iTind è semplice ed efficace e richiede tempi di apprendimento molto brevi. Attraverso una lieve pressione sul tessuto e sull`ischemia localizzata, la procedura ITIND ambisce a rimodellare il tessuto dell`uretra prostatica e del collo della vescica.
Dopo 5-7 giorni, il dispositivo iTind viene rimosso senza lasciare residui. L`intera procedura ITIND può essere eseguita nell`ambulatorio medico in anestesia locale.