Vasectomia (sezione dei dotti deferenti): perché si fa e conseguenze

Oggi parliamo della vasectomia, un intervento chirurgico il cui obiettivo è quello di recidere i dotti deferenti, ovvero due “tubicini” che vanno dal testicolo alle vescicole seminali e che servono per trasportare gli spermatozoi

Si tratta di una chirurgia volta a ridurre la capacità fertile nell’uomo, se non ad azzerarla del tutto.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, però bisogna dire due parole sul “passato” di questo intervento in quanto, fino a poco tempo fa, questo tipo di procedura veniva condannata dalla legge.

Addirittura, dalla legge italiana era prevista una denuncia per lesioni gravissime e questo fino al 1978. Per fortuna adesso le cose sono molto diverse e l’intervento, se viene scelto dal paziente in autonomia ed è autorizzato dal medico, può essere effettuato in sicurezza.

Ovviamente, anche la partner ha un ruolo fondamentale, con implicazioni sia dal punto di vista legale che emotivo.

Ma andiamo con ordine.

Vasectomia: un po’ di storia

Grazie alla legge 194/1978, la vasectomia non è più considerata illegale in Italia. Fino a quel momento, infatti, si parlava di “sterilizzazione volontaria” e questa procedura era considerata come una forma di lesione personale.

Parliamo di una norma che ha introdotto l’interruzione volontaria di gravidanza per le donne e ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione riproduttiva per gli uomini.

Prima del 1978 nostro Paese, dunque, vigeva il divieto di praticare la vasectomia, senza eccezioni.

Questo perché la capacità riproduttiva rappresentava uno dei capisaldi nella vita di un uomo e la sessualità era strettamente legata alla procreazione.

L’evoluzione della società ha portato con sè anche diversi cambiamenti all’interno di quelle che, fino a poco tempo fa, venivano considerate dinamiche dalle quali era impossibile prescindere.

E così, alla fine, la legge 194/1978 ha legalizzato la sterilizzazione e alcune sentenze successive emesse dalla Suprema Corte hanno evidenziato come la pratica della vasectomia non debba essere considerata reato.

Questo, naturalmente, a condizione che la partner firmi il consenso.

Chi sceglie di fare la vasectomia?

Questo tipo di intervento, solitamente, viene scelto da coppie o singoli individui che vogliono avere dei rapporti non protetti e che non vogliono gravidanze indesiderate.

Quindi i candidati per questo intervento possono essere coppie che hanno già figli piuttosto che single che non vogliono “cambiare” il proprio stile di vita.

Come si effettua l’intervento

L’intervento è davvero banalissimo e si effettua in anestesia locale, con l’ausilio della cosiddetta anestesia tronculare, quindi si va a sedare il funicolo spermatico da entrambi i lati e si prativa una piccolissima incisione a livello dello scroto.

A questo punto, si esteriorizza soltanto il dotto deferente il quale viene legato e reciso.

L’intervento si fa in day surgery e consente una ripresa molto rapida. Per quello che riguarda il post intervento, bisogna comunque continuare ad avere rapporti protetti, almeno per un periodo di tempo.

E questo perché possono esserci possibilità di ricanalizzazione spontanea.

Ovviamente la tecnica chirurgica è fatta in modo tale da ridurre quasi a zero questa possibilità

Però, ovviamente, nei primi mesi dopo l’intervento ci può essere la necessità e l’indicazione di continuare avere dei rapporti sessuali protetti.

La vasectomia è reversibile?

Va comunque specificato che l’intervento di vasectomia risulta essere assolutamente reversibile.

La sezione del dotto deferente è comunque una procedura chirurgica quindi, se fatta lasciando una anche una minima possibilità di ricanalizzazione si può intervenire nuovamente andando a ricanalizzare con un’alta percentuale di successo la continuità delle vie seminali.

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