Chirurgia endoscopica: una nuova tecnologia al Pineta Grande Hospital. Presso l’U.O. di Urologia, diretta dal Dott. Donato Dente, è stato introdotto un nuovo dispotivo, estremamente innovativo, che serve per andare a trattare tutti quei pazienti che presentano il restringimento del collo della vescica.
Un ulteriore passo avanti, per quanto riguarda la chirurgia endoscopica all’Ospedale Pineta Grande, con l’Unità di Urologia 2 che si avvale delle più moderne tecnologie per la diagnosi e cura delle patologie urologiche, e che è in grado di offrire un servizio di cura a 360°.
Il paziente, dunque, ha la possibilità di intraprendere un percorso che va dalla diagnosi, alla terapia medica e chirurgica, al follow-up, di risolvere il prorpio problema urologico.
Il dispositivo in questione si chiama ITIND, ed è grazie all’utilizzo di questo nuovo presidio che, finalmente, è possibile andare a trattare tutti quei pazienti che presentano il restringimento del collo della vescica, senza praticare alcun tipo di incisione.
Questo intervento è indicato in quei pazienti con sclerosi del collo vescicale, e consente di poter arrivare ad una sufficiente disostruzione, con conseguente ripresa della normale dinamica minzionale, senza tuttavia perdere la capacità eiaculativa.
In questo modo, si va ad evitare quella che viene comunemente definita “l’eiaculazione reterograda”.
Grazie a questa tecnica, inoltre, è possibile poter trattare anche pazienti particolarmente giovani che ancora vogliono conservare la capacità eiaculativa e riproduttiva.
Del resto, il restringimento del collo vescicale, è una patologia abbastanza comune, soprattutto negli uomini giovani, che si verifica in tutti quei soggetti che, negli anni, hanno avuto episodi di prostatite ricorrenti, acute o croniche.
I sintomi più comuni includono:
L’introduzione del sistema ITIND, rappresenta un passo avanti estremamente significativo, per quanto riguarda la chirurgia robotica applicata alle patologie della vescica.
Fino all’arrivo di questo tipo di dispositivo, infatti, l’intervento veniva praticato tramite incisione con ANSA bipolare (la cosiddetta ANSA di Collins) oppure con l’incisione del collo tramite il Laser ad Holmio.
Tuttavia questi interventi, sebbene estremamente funzionali, avevano un piccolo limite. In pratica, il completo risparmio dell’eiaculazione non era garantito con assoluta certezza.
Un problema non da poco, in particolare per tutti i pazienti giovani, che dovevano necessariamente sottoporsia questo tipo di intervento.
L’impiego del dispositivo ITIND, invece consente, attraverso la sua tecnologia di riuscire a dare il 100% del risparmio dell’eiaculazione non andando a toccare nessuna struttura che abbia a che fare con i dotti eiaculatori (dai quali origina lo sperma che fuoriesce durante l’orgasmo).
Il posizionamento del sistema ITIND, è estremamente semplice, e viene effettuato in sala operatoria, con una banale sedazione. Lo strumento viene introdotto attraverso un cistoscopio, ovvero un tubo rigido (volendo semplificare il concetto) attraverso cui riusciamo a inserire, poi, il dispositivo.
Esternamente, ITIND si presente come un filo molto lungo, che passa attraverso lo strumento (il cistoscopio, appunto). Da qui, poi, si passa alla fase del rilascio del dispositivo, che viene posizionato sul collo della vescica.
Il sistema ITIND strumento è caratterizzato da 3 punti di contatto i quali, una volta posizionati, andranno a provocare una dilatazione progressiva, ma ottimale, del collo vescicale.
Il vantaggio di questo strumento sono, principalmente, di carattere pratico. Il dispositivo ITIND, infatti, è autostatico, e non dà alcun tipo di fastidio e, soprattutto, rimane allocato nell’area interessata per un tempo limitato, che varia dai 7 ai 10 giorni.
Inoltre, come abbiamo già detto, non vengono effettuati tagli o incisioni, così da evitare coaguli o retrazione cicatriziale.
Al termine del trattamento, il paziente si trova ad affrontare la rimozione del dispositivo che, ovviamente, deve essere effettuata sempre in sala operatoria, in regime di anestesia.
Questo procedimento, prevede l’inserimento di un catetere bucato alla sua estremità e poi, semplicemente, la trazione del dispositivo.
Si tratta, comunque, di una procedura estremamente breve, ma che consente di avere dei risultati, anche a medio lungo termine, estremamente interessanti.