Posizionamento dell’ITIND per il restringimento del collo vescicale

In questo video è descritta la tecnica di posizionamento del dispositivo ITIND per restringimento (sclerosi) del collo vescicale con tecnica “EJACULATORY SPARING”.

La particolarità di questo video riguarda il girato stesso.

Il contributo, infatti, non è stato editato montato successivamente, ma è stato girato in maniera continua.

Questo perchè la procedura di innesto del dispositivo ITIND, richiede una tempistica estremamente breve.

In un tempo massimo di 4 minuti, è posibile posizionare il dispositivo senza complicanze di sorta. Occorre unicamente praticare una lieve sedazione.

Tale procedura viene indicata per quei pazienti con sclerosi del collo vescicale (collo vescicale ridotto di calibro e rilevato).

L’intervento consente di poter arrivare ad una sufficiente disostruzione e quindi ripresa della normale dinamica minzionale senza tuttavia perdere la capacità eiaculativa, evitando così “l’eiaculazione reterograda”.

Grazie a questa tecnica è possibile trattare anche pazienti particolarmente giovani che ancora vogliono conservare la capacità eiaculativa e riproduttiva.

Sclerosi del collo vescicale: cos’è

Il restringimento del collo vescicale è una patologia che si manifesta principalmente in soggetti giovani che, verosimilmente, negli anni hanno dovuto fare i conti con infiammazioni della prostata ricorrenti, acute o croniche.

Fino a pochi anni fa, l’intervento veniva effettuato in maniera “tradizionale”, con l’incisione del collo vescicale utilizzando un’ansa bipolare (la cosiddetta ansa di Collins), oppure con il laser ad Holmio.

Tuttavia questi interventi, sebbene estremamente risparmiativi, avevano un piccolo limite, che riguarda il risparmio dell’eiaculazione.

Ovviamente, sappiamo che questo, soprattutto nei pazienti molto giovani, è una cosa davvero molto importante.

Grazie a questo nuovo dispositivo, invece, è possibile garantire al 100% il risparmio dell’eiaculazione, non andando a toccare nessuna struttura che abbia a che fare con i dotti eiaculatori.

Chirurgia endoscopica al Pineta Grande Hospital con l’ausilio del dispositivo ITIND

Il sistema ITIND è caratterizzato da 3 punti di contatto i quali, una volta posizionati, andranno a provocare una dilatazione progressiva, ma ottimale, del collo vescicale.

Lo strumento viene introdotto attraverso un cistoscopio, ovvero un tubo rigido (volendo semplificare il concetto) attraverso cui si va ad inserire, poi, il dispositivo.

Esternamente, ITIND si presenta come un filo molto lungo, che passa attraverso lo strumento (il cistoscopio, appunto). Da qui, poi, si passa alla fase del rilascio del dispositivo, che viene posizionato sul collo della vescica.

La rimozione del dispositivo

Al termine del trattamento, il paziente si trova ad affrontare la rimozione del dispositivo che, ovviamente, deve essere effettuata sempre in sala operatoria, in regime di anestesia.

Questo procedimento, prevede l’inserimento di un catetere bucato alla sua estremità e poi, semplicemente, la trazione del dispositivo.

articoli correlati

Come si cura la stenosi del collo vescicale? Al Pineta grande Hospital intervento micro-invasivo con il completo risparmio dell’eiaculazione

Come si cura la stenosi del collo vescicale? Al Pineta grande Hospital intervento micro-invasivo con il completo risparmio dell’eiaculazione grazie al dispositivo iTind.

Come ci si accorge di avere un tumore alla vescica? La risposta dell’urologo

Come ci si accorge di avere un tumore alla vescica? La risposta dell'urologo ad una delle domande più frequenti da parte dei pazienti che chiedono un consulto allo specialista in presenza di una sintomatologia specifica.

Stenosi del collo vescicale: l’Ospedale Pineta Grande centro d’eccellenza nell’utilizzo del dispositivo mininvasivo iTind

Stenosi del collo vescicale: l'Ospedale Pineta Grande centro d'eccellenza nell'utilizzo del dispositivo mininvasivo iTind. Il dottor Donato Dente, primario dell’unità operativa di urologia robotica ed endoscopica è tra i primi specialisti campani e italiani ad aver contribuito all’esperienza clinica per questo particolare dispositivo.
chevron-downarrow-up