Chirurgia robotica in urologia: a cosa serve e vantaggi

Torniamo a parlare di chirurgia robotica applicata all’urologia, e lo facciamo prendendo spunto da un’intervista rilasciata negli ultimi giorni dall’ex campione di tennis Bjorn Borg, in occasione dell’uscita della sua autobiografia, “Heartbeats“.

Borg ha parlato in maniera approfondita del tumore alla prostata che lo ha colpito, definendolo “molto aggressivo”, e invitando tutti gli uomini a fare prevenzione .

Oggi, a 69 anni, fa controlli regolari ogni 6 mesi, una pratica virtuosa che andrebbe portata avanti da tutti gli uomini, indipendentemente dalla presenza o meno di una conclamata sintomatologia.

Il campione ha raccontato di essersi operato immediatamente dopo aver ricevuto la diagnosi (nel 2024) proprio in virtù della gravità del quadro clinico generale e che, fortunatamente, adesso il cancro è in remissione.

L’ultimo test, si legge nell’intervista, è stato effettuato due settimane fa ma l’ex tennista ha dichiarato di essersi sempre sottoposto a regolari controlli, durante tutto l’arco della sua vita.

Non ha dato altri particolari in merito al tipo di intervento che ha subìto, anche perché la rivelazione che ha scioccato il mondo del tennis è contenuta nel capitolo finale del libro.

Tuttavia, considerando le tempistiche, è auspicabile pensare che Borg sia stato sottoposto ad un intervento di chirurgia robotica che, attualmente, rappresenta senza alcun dubbio la procedura più utilizzata per il trattamento del tumore della prostata.

Perché scegliere la chirurgia robotica

La chirurgia robotica rappresenta una svolta reale e concreta, rispetto al passato e grazie a questa tecnica innovativa è possibile lavorare su tutti i tipi di patologie oncologiche.

vantaggi della tecnica roboticariconosciuti a livello internazionale, sono:

  • miglioramento della visione grazie all’ottica 3D e alla magnificazione di 10X
  • eliminazione del tremore della mano umana
  • minime incisioni addominali 5 mm
  • minore ospedalizzazione
  • riduzione dei rischi di incontinenza e impotenza
  • minor perdita di sangue
  • meno dolore post operatorio

La conformazione tecnica di questo tipo di robot consente di andare a vedere con un notevole ingrandimento strutture che, ad occhio nudo, potrebbero risultare essere piccole anche meno di un centimetro.

Quindi, ovviamente, la finezza chirurgica è indiscutibilmente migliore e, soprattutto, si ha una diminuzione, se non una totale assenza, di quello che è il tremore, una condizione assolutamente normale per tutti gli esseri umani.

Questo tipo di procedura consente di praticare cicatrici davvero molto piccole (3 centimetri al massimo) ed è possibile trattare tutti i casi che possono essere oncologici, a livello renale, a livello vescicale e a livello prostatico.

Chirurgia robotica all’Ospdale Pineta Grande di Castel Volturno

Tra le strutture che propongono il trattamento con questo particolare sistema, c’è anche l’Ospedale Pineta Grande di Castel Volturno, una struttura che, oggi più che mai, pone un’attenzione particolare all’innovazione tecnologica e alla ricerca medica.

Lo strumento in uso presso la struttura è il sistema HUGO Megatronic, un macchinario estremamente avanzato, concepito per offrire agli specialisti una maggiore precisione e, contemporaneamente, ridurre i tempi di recupero per i pazienti.

L’unità operativa del reparto di urologia robotica ed endoscopica, diretta dal Dott. Donato Dente, utilizza già da qualche tempo il sistema della Medtronic, ed è proprio grazie all’impiego del robot Hugo Ras sono stati eseguiti più di 160 interventi tra cui una cistectomia con ricostruzione robotica, la prima in assoluto per quanto riguarda la regione Campania, e il Sud Italia in generale.

La chirurgia robotica viene anche impiegata per il trattamento delle ernie, un traguardo estremamente ragguardevole, che lascia ben sperare per quanto riguarda un ampliamento nell’utilizzo di questo particolare sistema.

Il SISTEMA ROBOTICO HUGO, e il LASER AD HOLMIO, che attualmente sono il gold standard nel trattamento chirurgico dei tumori dell’apparato urinario, per quanto concerne il robot, dell’ ipertrofia prostatica benigna calcolosi urinaria per quanto concerne il laser ad holmio.

Chirurgia robotica per il trattamento del tumore della prostata e del rene

Secondo le ultime stime dell’AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica, il tumore alla prostata è ancora uno dei più diffusi, con numeri che sono destinati ad aumentare (40.500 nuove diagnosi stimate lo scorso anno nel nostro Paese – fonte “I numeri del cancro in Italia 2022”).

Ma quanti anni si può vivere dopo l’operazione alla prostata?

Il tumore alla prostata, fa registrare il dato di sopravvivenza più elevato, con ben il 91% di pazienti vivi a distanza di 5 anni dalla diagnosi.

La capacità di avere una qualità della vita sovrapponibile a quella precedente all’intervento dipende dall’intervento stesso. Questo è ormai un dato di fatto.

La scelta migliore per il paziente, affinché il recupero risulti più rapido e sereno possibile, è la chirurgia robotica, in quanto consente la ripresa totale di funzioni precedentemente compromesse, come la continenza, anche in fase precoce.

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