In caso di PSA elevato è sempre necessaria la biopsia prostatica? Se si in cosa consiste?

Il PSA, acronimo di Antigene Prostatico Specifico è un marcatore prodotto dalla prostata, indice di replicazione cellulare intraghiandolare. Esso in particolare è una glicoproteina che viene implicata nella sua porzione maggiore nella fluidificazione del liquido seminale, mentre in minima parte viene liberata nel sangue. Il dosaggio ematico del PSA è appunto la quantità della glicoproteina presente nel sangue. Essendo organo-specifico e non tumore specifico, esso può essere aumentato in svariati casi:

Il valore del PSA quindi è sempre un valore da interpretare e MAI univoco, in quanto un suo aumento potrebbe essere secondario anche a condizioni di natura benigna che non hanno correlazione con insorgenza di tumore alla prostata.

Il ruolo fondamentale nell’interpretazione del PSA lo svolge lo specialista Urologo che in sede di visita può essere in grado di valutare se il valore è legato al ragionevole sospetto di malattia maligna della prostata, correlandolo all’esplorazione rettale, oppure se il valore è di natura benigna e quindi secondario ad una delle opzioni elencate precedentemente. 

Qualora lo specialista abbia il ragionevole sospetto che il PSA aumentato sia secondario a malattia maligna delle prostata, egli può avvalersi di un imaging molto preciso e fine come la RMN prostatica Multiparametrica.

Questo esame radiologico permette una definizione molto precisa ed accurata della ghiandola prostatica in toto andando ad evidenziare quelle che sono eventuali aree sospette all’interno del parenchima ghiandolare, riuscendo a dare anche un valore (Scala di PIRADS) al sospetto diagnostico.

In caso di ulteriore conferma radiologica del sospetto di tumore alla prostata lo specialista Urologo può indicare al paziente di effettuare biopsia prostatica per andare ad avere certezza diagnostica.

Come si svolge la biopsia prostatica

La biopsia prostatica è una metodica diagnostica di terzo livello e si effettua, su indicazione dello specialista urologo, quando c’è il ragionevole sospetto di tumore alla prostata. La procedura si effettua ambulatorialmente ed in anestesia locale (di solito si effettua attraverso ecografia trans rettale) consente di andare ad effettuare dei prelievi di tessuto prostatico in modo da poter avere una diagnosi microscopica ed escludere/diagnosticare il tumore alla prostata.

Oggi grazie alla tecnologia è possibile effettuare un tipo di biopsia ad alta tecnologia che si chiama FUSION. Essa consente grazie ad un software particolarmente sofisticati di andare a correlare le immagini della Risonanza Magnetica con le immagini ecografiche, in modo da potere avere un target preciso all’interno della ghiandola e consentire dei prelivi mirati delle aree sospette con conseguente elevatissima accuratezza diagnostica. Si effettuano da 12 fino a 24 prelievi, mappando in maniera specifica le aree sospette e la prostata nella sua interezza.

articoli correlati

Tumore alla prostata: AIFA ha approvato darolutamide, un farmaco per il trattamento dei pazienti con carcinoma non metastatico resistente alla castrazione

Un passo avanti molto importante per quanto riguarda la terapia non chirurgica nel trattamento del tumore alla prostata. Una nuova speranza per i pazienti affetti […]

Disfunzione erettile e vita di coppia: cosa cambia e perchè la diagnosi rappresenta l’opportunità per un cambiamento positivo

Nonostante se ne parli sempre più spesso, complici anche le campagne di sensibilizzazione e l’esposizione di alcuni personaggi famosi che hanno parlato apertamente della loro […]

Il Viagra può causare un infarto? L’andrologo risponde

Avevamo già parlato del Viagra, in occasione del 25esimo anno dalla nascita del farmaco che, all’epoca, aveva rivoluzionato, letteralmente, l’universo maschile, e aveva ridato speranza […]
chevron-downarrow-up